Correre impegna gambe, cuore, polmoni, ma lascia alla mente la possibilità di pensare, sia che si corra in compagnia sia che si corra da soli. I pensieri vanno più veloci dei passi e più lontano dei sentieri e delle strade che il podista solitamente percorre.
I pensieri che affollano la mente del corridore rappresentano l’aiuto ed il supporto che la mente vuol dare al corpo, quando il corpo è sotto sforzo, per far così passare i tanti chilometri che ci si prefigge di percorrere ad ogni allenamento. Quanto Elio ha riportato in queste pagine è il frutto di quei pensieri che danno la spinta e la forza per superare la fatica che il corpo sopporta per raggiungere un obiettivo: migliorare se stessi. Il riscontro tangibile che gli allenamenti determinano è dato dall’abbassamento dei tempi di percorrenza su determinate distanze: dieci chilometri, mezzamaratona, maratona ed anche la centochilometri. Giungere al traguardo sempre prima delle altre volte, più che prima degli altri, è una soddisfazione che ripaga dei tanti sacrifici affrontati giorno dopo giorno, negli allenamenti. Sentirsi più forti per aver migliorato una determinata prestazione è indubbiamente un aspetto positivo e ricercato dal podista, ma non è solo il traguardo cronometrico a dare la piena soddisfazione a chi corre.
Ogni miglioramento nei tempi di corsa sarebbe una gratificazione parziale se non venisse supportata dalla passione e dall’amore per la corsa. I pensieri del podista che corre e s’allena lo portano spesso ad immaginare di partecipare a grandi competizioni, a tagliare traguardi mai raggiungibili nella realtà. Queste immagini fantastiche lo accompagnano nei tanti chilometri e gli permettono di dare una risposta alle gocce di sudore che calano sul viso.
di Orlando Pizzolato
Tratto dalla prefazione al libro di Elio Altini, “Quando il sudore scende lungo il viso”